Michela Murgia, vari

Non ricordo più come sono arrivata a quest'autrice, credo sia partito da un libro preso in biblioteca poco prima che Lucia nascesse e che ho dovuto restituire senza neppure averlo iniziato (periodo non proprio indicato per la lettura!). Il romanzo era "Accabadora", che ho terminato oggi.
Poi ad agosto, al mare, ho comprato il suo libro più recente, "Ave Mary" che è un saggio su come la religione cattolica abbia condizionato la figura della donna nei secoli. Lei è laureata in teologia e credente, ma riesce a scardinare un bel po' di luoghi comuni dati per certi anche da noi donne. Mi è piaciuto un sacco, e nonostante il genere totalmente diverso ho deciso di ordinare anche i due romanzi che ha scritto.
Il primo è "Il mondo deve sapere", del 2006 ISBN edizioni (ot: avete presente i libri tutti bianchi con solo il titolo in nero e il codice a barre? che figata di grafica sono, io li adoro) ed è tratto dal suo blog in cui faceva la cronaca tragicomica di un mese passato a fare l'operatrice di telemarketing per vendere un super aspirapolvere chiamato Kirby, una sorta di folletto solo più in stile camion. E' tutto autentico, anche il nome del prodotto non è stato modificato, se digitate Kirby su google trovate il sito ufficiale della ditta (che è una porcheria antidiluviana con 3 paginette e due foto minuscole e sfocate dell'oggetto in questione) e più che altro le pagine relative al libro della Murgia. Da questo libro Paolo Virzì ha tratto il film "Tutta la vita davanti" del 2008, che parla in generale della vita dei precari.
L'altro libro, "Accabadora", è un romanzo ambientato in Sardegna negli anni '50. Accabadora è, in dialetto sardo, colei che accompagna nella morte, l'ultima madre, anche qui non è pura finzione, ma c'è una documentazione storica dietro, queste figure che aiutavano la gente a morire sono realmente esistite in passato. Non vi svelo altro se no ve lo racconto tutto.