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studio italiano sui gemelli

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tratto da Adnkronos Salute

Uno studio italiano sui gemelli indica che i gemelli monozigoti
sono simili di giorno ma praticamente identici durante il sonno notturno.

I gemelli monozigoti hanno lo stesso Dna; eppure possono differire nell'aspetto fisico o ad es alla sensibilità verso le malattie, ma sono come due gocce d'acqua nel loro sonno.
Questo è il risultato di uno studio italiano condotto da ricercatori di Roma, Brescia, L'Aquila, Reims, Ginevra e San Diego, pubblicato di recente sulla rivista Annals of Neurology.
La ricerca è stata condotta su 40 individui (20 monozigoti e 20 dizigoti), ed ha dimostrato che l'attività elettrica del cervello registrata durante il sonno evidenzia caratteristiche completamente identiche nelle coppie di gemelli con lo stesso Dna (monozigoti).
Nel caso di gemelli dizigoti, che presentano lo stesso tipo di relazione genetica esistente tra comuni fratelli (condividendo come questi il 50% del proprio patrimonio genetico), la concordanza dell'attività elettrica cerebrale nel dormire è risultata prossima al 50%.
"Tutto è iniziato tre anni fa - spiega Luigi De Gennaro, dell'università 'La Sapienza' di Roma, coordinatore dello studio e da anni collaboratore del settore di neuroscienze dell'Afar - quando abbiamo individuato una specifica frequenza dell'attività elettrica cerebrale che caratterizza in modo specifico il sonno di ciascuno di noi, come una sorta di 'impronta digitale'. Per certi versi, lo studio della componente ereditaria di questo fenomeno è stato un passo obbligato e il risultato è stato sorprendente. Non avremmo mai immaginato - sottolinea infatti - che la percentuale di ereditarietà di questa specifica caratteristica del sonno nel gruppo da noi studiato raggiungesse il 96%.
In assoluto, questo risulta uno dei tratti maggiormente ereditabili nella specie umana". Le implicazioni di tale scoperta possono aprire prospettive completamente nuove per lo studio dei disturbi del sonno.
Per narcolessia, sindrome di Kleine-Levine, disturbi del ritmi biologici, apnea del sonno, insonnia familiare fatale, parasonnie, è stata già identificata da alcuni gruppi di ricercatori l'esistenza di una componente ereditaria. L'elenco è destinato ad allungarsi in futuro. "Il nostro prossimo obiettivo - aggiunge De Gennaro - è di studiare il gene o, più verosimilmente, i gruppi di geni associati alla tendenza a dormire a lungo o troppo brevemente. Questo è ancora più rilevante dopo che studi epidemiologici hanno mostrato che chi dorme più di 8 ore presenta un aumentato rischio di mortalità, così come coloro che dormono meno di 6 ore".

pa&twins
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