NANI A PASSEGGIO ■ la rivoluzione dei passeggini
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NANI A PASSEGGIO ■ la rivoluzione dei passeggini
La storia inizia più o meno così:
Max, olandese, frequenta l’Accademia del Design nei paesi bassi. Mi sembra di vederlo: un look tra il fighetto e l’alternativo, quello che già lo vedi potrà diventare qualcuno. E già lo odi.
Nemmeno a dirlo si laurea con la lode: è il 1995 e nella sua tesi, che parla di mobilità, compare il disegno di un passeggino. Certo, è olandese, suonava strano il disegno di un mandolino. Ma non è un passeggino come gli altri. No. E mica si è limitato a progettare un nuovo manico o un nuovo disegno del rivestimento. No. Ha proprio disegnato un passeggino che non somiglia a nessuno dei passeggini in circolazione.
Passa un intero anno a bussare alle case produttrici di passeggini che gli fanno ciao come le caprette ad Haidy, e poi incontra Eduard. Eduard è l’uomo della svolta perché è medico e perché ha i soldi. E perchè è suo cognato. Uno solo dei due requisiti non avrebbe cambiato la vita al nostro Max. Nella veste di medico perfeziona l’anatomia della seduta e con i soldi auto-finanzia la produzione. Nel 1999 viene presentato il prototipo ed è un successo strepitoso; il boom è nel 2002 quando compare in una puntata di “sex and the city” e allora va da se… diventa di tendenza. Da allora, come ogni cosa di tendenza, viene replicato in tutti gli stili e i designer fanno a botte per dotarlo di rivestimenti sempre più cool. Viene fondata la bogaboo international e creato il logo (peraltro molto bello: sintetico e riconoscibile).
www.bugaboo.com
Nemmeno a dirlo: la pelucconana appoggia il suo regale sederino su un bugaboo.
Ammetto le mie debolezze: quando è stato il momento di scegliere il mezzo di trasporto non mi sono smentita. Me ne avevano parlato, lo cerco su internet ed è stato amore a prima vista. Ho finito ogni tipo di ricerca perché quando mi fisso su una cosa ho la pessima abitudine di chiudere tutti i ricettori sensibili e inizio a ragionare a senso unico. Perché? Posso raccontare che è molto maneggevole, ragionevolmente leggero, gira praticamente a 360 gradi sul posto, le ruote grandi consentono di superare agevolmente i gradini, si passa velocemente dal fronte strada al fronte mamma, si smonta tutto (ruote comprese) per una facile pulizia. Ha un sacco di funzioni che non ho usato mai, e che mai userò, ma che sono state un ottimo alibi all’acquisto: diventa un carrello su due ruote per andare in spiaggia oppure si inverte il manico per agevolare il cammino in salita (le ruote grandi passano davanti). Tralasciamo che indubbiamente esistono passeggini che si chiudono con meno manovre e che occupano meno spazio e che quando l’ho acquistato io non era dotato di ovetto gruppo zero (comprato a parte con relativi adattatori – oggi la bugaboo ha rimediato a tale mancanza).
Ma oltre ogni pregio e ogni difetto quello che mi muove a parlare di questo oggetto da passeggio è l’dea. E’ il design (perché io parlo di questo dopotutto). Qualcuno ha pensato qualcosa di nuovo, ci ha creduto e ha ottenuto successo (cognato a parte). E questo design è stato copiato ai limiti della violazione del royalty. Qualcosa vorrà dire.
Bugaboo pare il passeggino più venduto negli stati uniti e in Inghilterra dove ha prezzi decisamente inferiori rispetto all’italia. Ma se state pensando di acquistarlo via rete oltreoceano lasciate stare: sui siti ufficiali vendite bloccate, of course, e dai privati, bhè, se rintacciato in dogana si paga la differenza. Chiaro.
peluccoset73
Max, olandese, frequenta l’Accademia del Design nei paesi bassi. Mi sembra di vederlo: un look tra il fighetto e l’alternativo, quello che già lo vedi potrà diventare qualcuno. E già lo odi.
Nemmeno a dirlo si laurea con la lode: è il 1995 e nella sua tesi, che parla di mobilità, compare il disegno di un passeggino. Certo, è olandese, suonava strano il disegno di un mandolino. Ma non è un passeggino come gli altri. No. E mica si è limitato a progettare un nuovo manico o un nuovo disegno del rivestimento. No. Ha proprio disegnato un passeggino che non somiglia a nessuno dei passeggini in circolazione.
Passa un intero anno a bussare alle case produttrici di passeggini che gli fanno ciao come le caprette ad Haidy, e poi incontra Eduard. Eduard è l’uomo della svolta perché è medico e perché ha i soldi. E perchè è suo cognato. Uno solo dei due requisiti non avrebbe cambiato la vita al nostro Max. Nella veste di medico perfeziona l’anatomia della seduta e con i soldi auto-finanzia la produzione. Nel 1999 viene presentato il prototipo ed è un successo strepitoso; il boom è nel 2002 quando compare in una puntata di “sex and the city” e allora va da se… diventa di tendenza. Da allora, come ogni cosa di tendenza, viene replicato in tutti gli stili e i designer fanno a botte per dotarlo di rivestimenti sempre più cool. Viene fondata la bogaboo international e creato il logo (peraltro molto bello: sintetico e riconoscibile).
www.bugaboo.com
Nemmeno a dirlo: la pelucconana appoggia il suo regale sederino su un bugaboo.
Ammetto le mie debolezze: quando è stato il momento di scegliere il mezzo di trasporto non mi sono smentita. Me ne avevano parlato, lo cerco su internet ed è stato amore a prima vista. Ho finito ogni tipo di ricerca perché quando mi fisso su una cosa ho la pessima abitudine di chiudere tutti i ricettori sensibili e inizio a ragionare a senso unico. Perché? Posso raccontare che è molto maneggevole, ragionevolmente leggero, gira praticamente a 360 gradi sul posto, le ruote grandi consentono di superare agevolmente i gradini, si passa velocemente dal fronte strada al fronte mamma, si smonta tutto (ruote comprese) per una facile pulizia. Ha un sacco di funzioni che non ho usato mai, e che mai userò, ma che sono state un ottimo alibi all’acquisto: diventa un carrello su due ruote per andare in spiaggia oppure si inverte il manico per agevolare il cammino in salita (le ruote grandi passano davanti). Tralasciamo che indubbiamente esistono passeggini che si chiudono con meno manovre e che occupano meno spazio e che quando l’ho acquistato io non era dotato di ovetto gruppo zero (comprato a parte con relativi adattatori – oggi la bugaboo ha rimediato a tale mancanza).
Ma oltre ogni pregio e ogni difetto quello che mi muove a parlare di questo oggetto da passeggio è l’dea. E’ il design (perché io parlo di questo dopotutto). Qualcuno ha pensato qualcosa di nuovo, ci ha creduto e ha ottenuto successo (cognato a parte). E questo design è stato copiato ai limiti della violazione del royalty. Qualcosa vorrà dire.
Bugaboo pare il passeggino più venduto negli stati uniti e in Inghilterra dove ha prezzi decisamente inferiori rispetto all’italia. Ma se state pensando di acquistarlo via rete oltreoceano lasciate stare: sui siti ufficiali vendite bloccate, of course, e dai privati, bhè, se rintacciato in dogana si paga la differenza. Chiaro.
peluccoset73
Ospite- Ospite
NANI A PASSEGGIO ■ la rivoluzione dei passeggini :: Commenti
ehm........................a me proprio non piace, prezzo a parte (che è spaventoso!).
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